Come “allontanare” Agenzia Entrate dal proprio conto corrente


L’Agenzia delle Entrate, come si sa, è nata per evitare le operazioni di evasione fiscale: ma il suo occhio può spostarsi facilmente anche sul nostro conto corrente, quindi attenzione a questre tre azioni se non vogliamo attirare la sua lente su di noi.


Negli ultimi anni, il concetto di riservatezza nelle operazioni bancarie è cambiato radicalmente sostituito da un sistema di trasparenza che facilita l’accesso anche ai conti correnti personali seppure si tratta di una visibilità non concessa a tutti, garantendo la riservatezza di alcune operazioni.

L’abbandono del principio e del concetto stesso di quello che veniva definito ilsegreto bancario è stato sostituito un sistema improntato alla trasparenza, concepito per fornire maggiori garanzie ai creditori, che oggi possono accedere solo al saldo ma con un titolo esecutivo, e soprattutto all’amministrazione fiscale. In questo contesto, il saldo di un conto corrente è oggi più accessibile rispetto al passato e i soggetti titolati, nello specifico l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza, possono ottenere dati bancari in caso di sospetti fiscali, mentre i creditori.

Come non attirare l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate sul proprio conto corrente

Ovviamente l’elenco dettagliato delle operazioni, la cosiddetta lista movimenti, quella cioè che visualizziamo nei nostri estratti conto, riportanti tutte le voci inerenti gli acquisti ed i pagamenti effettuati, rimane in parte riservate, salvo lasciare la possibilità di accesso alle informazioni dettagliate a determinati soggetti, che potranno verificare se un titolare di conto trasferisce fondi, da chi riceve accrediti, quali prelievi compie o se utilizza strumenti di pagamento elettronici.

Come si può immaginare tra i principali soggetti istituzionali autorizzati a svolgere verifiche sui nostri conti correnti aziendali e personali, l’Agenzia delle Entrate, insieme alla Guardia di Finanza. È bene sapere che queste autorità non possono accedere alle nostre informazioni bancarie senza alcun motivo, ma devono disporre di elementi concreti che giustifichino il sospetto di evasione fiscale oppure di altri reati collegati a movimentazioni economiche.

Solamente laddove emergano chiari indizi in tal senso, l’amministrazione finanziaria può ottenere dati dettagliati non solo sul saldo e sulla giacenza media annuale, ma anche sull’insieme delle transazioni registrate. Le autorità giudiziarie possono richiedere chiarimenti esclusivamente sulle somme accreditate salvo prova contraria e spetterà al contribuente riuscire a dimostrare come tali entrate derivino, lecitamente, da fonti esenti da tassazione, come vincite, eredità o donazioni.

Le tre operazioni che possono destare sospetti

Sono 3 le principali tipologie di operazioni che destano sospetti e che possono far scattare controlli del fisco, vediamo quali sono per tutelarsi. Poiché l’Agenzia delle Entrate è, potenzialmente, a conoscenza di tutti i nostri movimenti, esistono 3 movimenti del conto corrente che possono suscitare i sospetti del Fisco e portare le autorità ad avviare azioni di approfondimento, bisogna fare quindi molta attenzione a effettuare quelle movimentazioni di denaro che potrebbero destare, nel Fisco,

Movimenti di denaro con l’estero

Inviare e ricevere bonifici che provengono dall’estero o che si inviano all’estero possono provocare un innalzamento delle attenzioni da parte del Fisco. Se ripetute le operazioni, potrebbero venire segnalate dalla stessa banca con una procedura definita ‘SOS’, segnalazione di operazione sospetta all’Uif, Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia che raccoglie le segnalazioni dei criminali che riciclano denaro sporco.

Quando la banca invia questo tipo di segnalazioni, ovviamente, il cliente ne è completamente all’oscuro, non viene avvertito, questo vuol dire che potrebbe essere segnalato anche un ignaro correntista che sposta denaro all’estero per ragioni del tutto lecite.

È bene far notare, a completezza delle informazioni, che non è vietato inviare soldi all’estero o riceverne, ma quando ci sono spostamenti di denaro importanti, da e verso l’estero, per somme che superano i 5.000 euro è lecito che la banca richieda una dichiarazione scritta finalizzata a motivare lo spostamento e l’aggiornamento del questionario antiriciclaggio.  La segnalazione all’Uif che potrebbe scaturirne, se i movimenti oggetto sono movimenti leciti, possono concludersi ovviamente senza ulteriori conseguenze.

Prelievo e versamento di cifre importanti di denaro contante

Sia che si effettuino prelievi che versamenti in contanti, se ciò avviene in modo ripetuto e per cifre rilevanti, il Fisco osserva sempre con sospetto a questo tipo di operazioni. In Italia è prevista una soglia di tracciabilità del denaro contante che, per il 2025, resta fissata a 5.000 euro, si possono allora effettuare operazioni in contanti fino a 4.999 euro. Questa soglia, però, non è prevista per prelievi e versamenti dal o sul proprio conto corrente, mentre il limite è previsto per movimenti di denaro verso terze persone.

Operazioni di prelievo di grosse somme in contanti, così come versamenti di grandi somme sul proprio conto corrente non sono azioni illegali, poiché la legge non impone un limite ai soldi contanti che un soggetto può versare sul proprio conto, la banca però potrebbe interrogare, per cifre superiori alla soglia, sulla provenienza del denaro. Quello che si cerca di scoprire è se i soldi versati rappresentino o meno fonte di reddito.

Possono insospettire anche prelievi ricorrenti, movimenti di somme più piccole che potrebbero far presumere che stiano utilizzando soldi in contanti per pagare prestazioni professionali in nero. Queste attività potrebbero spingere la banca a segnalare il conto alla Uif, che a sua volta potrebbe segnalarla alla Guardia di Finanza.

Bonifici ricevuti da privati

I bonifici che si ricevono da privati al di fuori dell’attività lavorativa possono destare i sospetti del Fisco, che potrebbe avviare ricerche per verificare che non si tratti di redditi non dichiarati. Sempre qualora le operazioni siano ricorrenti, si potrebbe far presumere che si tratti di lavoro nero.

Quando si ricevono bonifici da privati, quindi, è bene far sempre inserire una causale dettagliata che possa specificare il motivo del trasferimento di denaro e qualora se ne abbia occasione, è sempre bene conservare la documentazione che giustifichi il passaggio di denaro.



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