Liguria, crescita record dell’edilizia, ma le singole imprese restano piccole


La Liguria, per le attività edili, si conferma una volta di più una regione anomala. Il dato incontestabilmente positivo è quello relativo alla crescita degli investimenti per costruzioni: negli ultimi 15 anni, da 2007 alla fine del 2023, gli investimenti per costruzioni hanno registrato in Liguria una crescita del 29,9%, distaccando la Lombardia (+5,2%) e il Lazio (+1,6%) e ribadendo il ruolo primario del settore edile che pesa per circa il 30% sul Pil regionale.

Conferma anche per la spiccata specializzazione delle imprese edili liguri che, costrette a operare in un territorio complesso e a grande rischio idro-geologico, hanno maturato negli anni un’esperienza specifica in campi complessi come il consolidamento dei terreni, la palificazione, le misure, per l’appunto, di prevenzione del rischio idro-geologico e l’efficientamento energetico del costruito.

Questa specializzazione che le caratterizza anche a livello nazionale (è sottolineato nelle rilevazioni di ANCE Liguria e nello studio “Il ruolo del settore delle costruzioni nel sistema economico: struttura, interdipendenze settoriali e crescita” curato da Flavio Monosilio, Giovanna Altieri e Eleonora Riccardelli del Centro Studi ANCE in collaborazione con Carmine Fimiani e Angela Forte della Direzione Centrale della Contabilità Nazionale dell’Istat) trova, però, un contrappeso nel mancato sviluppo delle singole aziende.

Il sistema produttivo edile ligure, con significative ma non diffuse eccezioni, tendenzialmente fatica a capitalizzarsi.

La Liguria segna il più basso dato nazionale nel numero di addetti medi per impresa, con 2,3 addetti fra titolare e dipendenti, il più alto numero di aziende individuali, ovvero con un solo addetto, a fronte del più alto livello percentuale di imprese ad alta specializzazione, ovvero il 90% del totale.

“Quello di cui il comparto edile avverte un bisogno stringente – afferma Emanuele Ferraloro – è un mercato di continuità ovvero una certezza di programmazione degli interventi edili che aiuterebbe a gestire e assecondare il trend di crescita consentendo alle aziende di capitalizzarsi, di assumere addetti in una prospettiva di sviluppo continuo del mercato”.

“La principale conseguenza negativa – conclude Ferraloro – di questa microstrutturazione imprenditoriale può essere identificata nell’assenza delle imprese liguri dalle gare per appalti banditi da grandi imprese industriali presenti sul territorio della Liguria”.

 

 



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